IL DESIGN COLLABORATIVO E PARTECIPATIVO SECONDO I “NOSTRI” DESIGNER

Make it happen
Abbiamo chiesto ai designer che parteciperanno a Making Together di rispondere a domande sul mondo del design e della collaborazione. Ecco cosa ci hanno raccontato.

Cosa vuol dire per te “design collaborativo e partecipativo”?

Augusto Pirovano
Design emergente: progettare a metà, in modo che il resto dell’esperienza sia al contempo spontanea ma vada in una certa direzione.

Matteo Uguzzoni
Significa fidarsi degli altri, non pretendere nulla e capire che si è disegnata l’esperienza, quello che esce spesso è un bell’aborto, ma molto più carico di significati e memorie di un qualsiasi oggetto comprato, che i significati se li fa costruire con la pubblicità.

Andrea Valle
Non sono un designer né di professione né di formazione, dunque non ho una visione teorica del problema. Banalmente ma efficacemente, per me vuol dire produrre problemi a partire dall’interazione e imparare dal processo (anch’esso interattivo) di soluzione.
Vuol dire anche tenere insieme inclusivamente a livello progettuale e di realizzazione storie, tecniche e tecnologie eterogenee. È necessariamente una modalità impura.

Demian Conrad
Collaborare è uno dei principi fondamentali della natura, la nostra dicotomia ci porta a pensare che siamo soli e divisi, ed il capitalismo ci porta all’individualismo, ma in realtà il tutto è interconnesso.
Il design collaborativo riporta l’attenzione sulla mente collettiva, ad un processo a più mani, in antitesi con il modello rinascimentale.

Natascia Fenoglio
Condividere un’idea con qualcuno che potrebbe renderla completamente diversa da come te la immaginavi.

Dominic Wilcox
Le persone uniscono i loro pensieri per creare qualcosa di più grande dell’idea originale.

Stay tuned! Nei prossimi giorni continueremo a conoscere meglio Augusto, Matteo, Andrea, Demian, Natascia, Dominic..

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